giovedì 24 gennaio 2013

In medio stat virtus


Pubblicato da Cesvot il quaderno n°47 “La mediazione linguistico-culturale. Stato dell’arte e potenzialità” a cura di Valentina Albertini e Giulia Capitani


L’integrazione dei migranti è un obiettivo fondamentale nel lavoro messo in atto in molti contesti locali da cittadini, società civile e istituzioni.  Da anni le associazioni di volontariato sono chiamate a confrontarsi con il tema dell’immigrazione: inizialmente con funzione di progettazione e gestione di servizi di accoglienza, in seguito nella riflessione su inclusione sociale e diritti di cittadinanza degli immigrati. Credo che un Quaderno Cesvot sulla mediazione linguistico-culturale sia quindi utile al mondo del volontariato principalmente per due motivi.

In primo luogo perché la mediazione linguistico-culturale merita un’attenzione particolare, in quanto dispositivo di accoglienza per eccellenza, all’interno di una società che si fa sempre più escludente: non solo quindi per la sua “necessità”, più ancora che utilità, per gli operatori della scuola, della sanità, delle pubbliche amministrazioni, delle associazioni di volontariato, per gli utenti stranieri e italiani; ma anche per un suo ruolo ormai politico, di rappresentanza di istanze di inclusione e integrazione. L’immigrazione è un fatto, come lo è stata in tanti periodi storici e prendendo tante e diverse direzioni e forme: gli stranieri ci sono e continueranno ad arrivare, perché a questa continua mobilità spingono le congiunture economiche e politiche a livello globale. 


Continuare a garantire e implementare, nei nostri servizi territoriali, la presenza di mediatori e mediatrici linguistico-culturali che facilitino l’accesso ai servizi essenziali di queste persone in viaggio, è anche un modo per ribadire responsabilmente che alle sfide della contemporaneità rispondiamo cercando di attrezzarci con strumenti adeguati, e non voltando la testa dall’altra parte. All’interno di questo panorama mutevole, il volontariato è attore di cambiamento sociale e da anni supporta, e a volte sostituisce, i servizi nell’accoglienza dei migranti: in questo senso la mediazione linguistico-culturale si configura come un aiuto concreto al volontariato nel processo di apertura e comunicazione con i migranti quali nuovi cittadini, e un’opportunità per tutte le associazioni che da anni si impegnano in progetti di inclusione sociale.


Il secondo motivo che ci ha fatto ritenere importante l’elaborazione di una pubblicazione sulla mediazione linguistico-culturale rivolta al mondo delle associazioni riguarda l’attenzione crescente e l’importanza del coinvolgimento attivo dei migranti nelle attività di volontariato. Tale attenzione è dimostrata negli ultimi anni dalla nascita di campagne informative e di diffusione portate avanti dal volontariato e dirette al coinvolgimento di cittadini immigrati: portiamo come esempio, fra le altre attività, la campagna sulla donazione del sangue fatta dall’AVIS di Prato e interamente tradotta in cinese, oppure gli opuscoli multilingua sulla donazione promossi dalla Regione Toscana, dal Centro Regionale Sangue e dal Servizio Sanitario della Regione Toscana in collaborazione con Avis, Anpas Toscana, Croce Rossa Italiana, Fratres, Adisco e Cesvot.


 La mediazione linguistico-culturale può supportare in questo senso l’apertura di spazi di comunicazione e confronto per il coinvolgimento dei cittadini migranti nelle attività di volontariato, persone che partecipano e arricchiscono il mondo dell’associazionismo toscano: per confermare il ruolo del volontariato come creatore di nuove politiche, nuovi spazi e nuove opportunità di inclusione sociale. 
Vai al Quaderno Cesvot n°47 

Nessun commento:

Posta un commento