Pubblicato il rapporto Censis "La crescente sregolazione delle pulsioni"
Proprio mentre si sta discutendo su come inserire la dipendenza da internet e
da pc all'interno della nuova versione del DSM, il Censis pubblica il rapporto
"La crescente sregolazione delle passioni" dove raccoglie la situazione
delle dipendenze in Italia. Oltre a un
interessante focus inserito all’interno delle dipendenze da sostanze sull’aumento
del consumo di antidepressivi (le dosi
definite “giornaliere” appaiono più che raddoppiate passando dal 2001 al 2009
da 16, 2 a 34,7 per 1.000 abitanti), sembrano in crescita anche le forme di
dipendenza collocate tra i “disturbi del controllo degli impulsi non
classificati altrove” nell'ambito del DSM-IV (Diagnostic and Statistical Manual
of Mental Disorder).
Secondo i dati diffusi dall’ AAMS (Amministrazione autonoma dei monopoli di
Stato), nel 2010 la raccolta complessiva delle scommesse dei giochi legali è
stata di oltre 60 miliardi di euro, contro i 53 dell’anno precedente, mentre
uno studio realizzato da Nomisma nel 2007 valutava per quell’anno in poco più
di 40 miliardi il volume economico del gioco legale (di questa raccolta il 70%
circa viene restituita in vincite). La fattispecie di gioco cui è riconducibile
più della metà della spesa sia quella degli “apparecchi”, ossia le slot e le
videolotteries, la forma meno relazionale di gioco d’azzardo che richiede un impegno cognitivo basso.
Secondo il Censis, la prevalenza dei giocatori patologici nella popolazione generale adulta varia dall’1% al 3% e sono i maschi ad essere più coinvolti, anche se nel tempo questa differenza tende a diminuire (rapporto M/F da 9:1 a 3:1). Nella popolazione giovanile la prevalenza è maggiore (stimata dal 5 al 6%).
Secondo la Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive (S.I.I.Pa.C.) nel 2006 in Italia sono circa 700.000 (l’1,2% della popolazione totale) i soggetti stimati che presentano un problema di gioco d’azzardo patologico. L’85% di questi sono di sesso maschile e quasi l’80% over 40. Tra i giovani di età compresa tra i 13 e i 21 anni i dati parlano del 10% di giocatori problematici e del 5% di patologici.
All’interno di una ricerca svolta nel 2010 dall’associazione 89Rosso e pubblicata nel Quaderno Cesvot n° 52 “Le nuove dipendenze. Analisi e pratiche di intervento” che ha coinvolto 511 giovani delle scuole toscane, l’utilizzo della scala SOGS-RA per il gambling ha permesso di individuare nel campione tre gruppi, suddivisi in base al livello di problematicità circa i comportamenti legati al gioco d’azzardo. Dai risultati è emerso che il 68% dei partecipanti non ha alcun problema rispetto al gioco, il 20% è risultato a rischio ed il 9% ha dichiarato comportamenti che possono indicare una tendenza ad un rapporto con il gioco d’azzardo di tipo problematico.
Secondo il Censis, la prevalenza dei giocatori patologici nella popolazione generale adulta varia dall’1% al 3% e sono i maschi ad essere più coinvolti, anche se nel tempo questa differenza tende a diminuire (rapporto M/F da 9:1 a 3:1). Nella popolazione giovanile la prevalenza è maggiore (stimata dal 5 al 6%).
Secondo la Società Italiana di Intervento sulle Patologie Compulsive (S.I.I.Pa.C.) nel 2006 in Italia sono circa 700.000 (l’1,2% della popolazione totale) i soggetti stimati che presentano un problema di gioco d’azzardo patologico. L’85% di questi sono di sesso maschile e quasi l’80% over 40. Tra i giovani di età compresa tra i 13 e i 21 anni i dati parlano del 10% di giocatori problematici e del 5% di patologici.
All’interno di una ricerca svolta nel 2010 dall’associazione 89Rosso e pubblicata nel Quaderno Cesvot n° 52 “Le nuove dipendenze. Analisi e pratiche di intervento” che ha coinvolto 511 giovani delle scuole toscane, l’utilizzo della scala SOGS-RA per il gambling ha permesso di individuare nel campione tre gruppi, suddivisi in base al livello di problematicità circa i comportamenti legati al gioco d’azzardo. Dai risultati è emerso che il 68% dei partecipanti non ha alcun problema rispetto al gioco, il 20% è risultato a rischio ed il 9% ha dichiarato comportamenti che possono indicare una tendenza ad un rapporto con il gioco d’azzardo di tipo problematico.
Per quanto riguarda la dipendenza da
internet, all’interno della stessa ricerca le analisi correlazionali hanno permesso
di individuare relazioni abbastanza forti da un punto di vista statistico tra
il livello di problematicità dell’utilizzo di internet ed alcune attività
specifiche. Un utilizzo maggiore di chat, social network e blog corrispondono
infatti a punteggi più elevati nella scala Internet Addiction Test–IAT. Questo risultato
sembra far emergere come le funzioni relazionali di internet, oltre ad essere
tra le modalità di utilizzo della rete considerate più attrattive dai giovani,
sono anche quelle che potrebbero in alcuni casi essere correlate ad un
comportamento orientato alla dipendenza.
E’ stata inoltre rilevata la
presenza di una relazione statisticamente significativa tra punteggi elevati
sulla scala IAT e minore soddisfazione circa le modalità d’uso del proprio
tempo libero fra i ragazzi, mentre è positiva la relazione con l’uso di internet come attività
ricreazionale.
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